Cardo: candido ortaggio invernale coltivato fin dai tempi antichi

Parente stretto del carciofo, ghiotto e delicato, se è “gobbo” si mangia anche crudo

Parente stretto del carciofo, il cardo da coste veniva già coltivato nella Roma imperiale e intensivamente dal Medioevo in tutta l’area mediterranea. Caratteristica di questo ortaggio è la fase dell’imbianchimento durante l’ultimo periodo della coltivazione, quando le piante vengono legate e rivestite con carta o nylon scuro per ripararle dal gelo e non fare sviluppare loro clorofilla.

Pertanto, è da evitare l’acquisto di cardi con tracce verdi perché risulterebbero fibrosi e amari. I cardi gobbi di Nizza Monferrato sono tenerissimi e si possono consumare anche crudi, anche intinti nella “bagna caoda”. Le ricette tradizionali a base di cardi sono tante e non solo in Piemonte, la prima regione per produzione e consumi dell’ortaggio. I cardi alla perugina, per esempio, sono una ricca parmigiana. Il cardone abruzzese, invece, è una preparazione in brodo (di gallina, cappone o tacchino) con polpettine e quello beneventano prevede l’ulteriore aggiunta di uova sbattute a fine cottura. In alcune zone del Centro Sud, poi, il cardone si consuma con i peperoni dolci secchi tritati e soffritti in aglio e olio. I cardi si sposano bene con il formaggio, basti pensare agli sformati con fonduta, alle “parmigiane” o ai gratin con gorgonzola e noci. Molto diffusi sono anche semplicemente lessati. Nel messinese vengono impanati e fritti e serviti con costine di maiale o di agnello alla griglia. Più semplicemente si possono preparare anche in umido con pomodoro, salsiccia o puntine di maiale oppure in fricassea (Emilia Romagna).

Potrebbe forse interessarti...

Si tratta di una specie molto apprezzata fin dall'antichità, come dimostrano alcune raffigurazioni presenti nei mosaici di Pompei antica.
E' diventato uno dei prodotti principali per identificare la primizia di Pachino dato che ha trovato il suo habitat naturale in questa zona.
In Europa è fra gli agrumi acidi più rari mentre in Giappone è molto popolare usato in cucina, per aumentare la bellezza e nei più raffinati profumi.
Dolcissima e nutriente, l'Annona Cherimola è la rappresentazione dell'animo più esotico della Calabria.
Saporiti ma magri e digeribili, si prestano alla preparazione di mille ricette golose: dai risotti cremosi alle mousse vellutate.
Si tratta di una pianta esotica, originaria della zona che va dall'Iran all'India settentrionale, ma presente anche nell'area caucasica mediterranea.
Possono essere consumati freschi se teneri. Anche i fiori sono commestibili e hanno un sapore delicato e dolce. Possono anche essere fritti.
È èun condimento salato a base di semi di sesamo e sale marino integrale. In lingua giapponese infatti “goma” significa sesamo e “shio” significa sale.